Tutela del patrimonio intangibile: in un contesto in cui il capitale intellettuale ha indubbiamente maggiore importanza rispetto al capitale finanziario, il KM serve a catturare, organizzare, rendere disponibile e resiliente la conoscenza generata nel tempo. Phoenix è a tutti gli effetti una tech company: il rischio di perdere il sapere con l’uscita di persone chiave è reale e ci porta quindi ad affrontare il progetto con estrema attenzione ed impegno. Inoltre, il KM permette di stimolare l’innovazione continua, veicolando la costruzione di connessioni tra competenze e dati e facilitando così i processi di apprendimento, miglioramento incrementale e creatività sistemica. Siamo convinti che ci permetterà di accrescere l’efficienza operativa in quanto avere la conoscenza ben organizzata significa avere processi decisionali più rapidi, ridurre gli sforzi e mantenere una cultura dell’eccellenza fondata sulla condivisione piuttosto che sulla competizione interna. Infine, l’implementazione del sistema di gestione della conoscenza ci abilita ad affrontare la complessità del panorama in cui agiamo: una gestione solida di questo asset aiuta ad interpretare i segnali deboli e a rispondere in modo agile e informato al mercato, anche in contesti iper complessi e dinamici quali quelli in cui Phoenix opera;
Vantaggi sulla brand reputation: la reputazione aziendale non è più costruita solo su prodotti o campagne pubblicitarie: oggi è un ecosistema narrativo che incorpora valori, comportamenti interni, pratiche relazionali e capacità di apprendere. Implementare il KM ci permette di trasmettere coerenza e trasparenza nei messaggi verso l’esterno, nella comunicazione istituzionale e nella customer experience. Inoltre, la reputazione si consolida anche internamente, perché l’azienda sa ciò che fa e perché lo fa. Siamo convinti che l’implementazione della leadership culturale consentirà a Phoenix di evolversi come learning organization, diventando un polo attrattivo per i talenti e un interlocutore credibile nei settori ad alta complessità. Infine, non meno importante, stiamo già percependo un forte incremento di responsabilità e fiducia, sia internamente che esternamente all’azienda, in quanto mostrare di saper gestire il proprio sapere, di essere abili a condividerlo, di ambire a migliorarlo e di svilupparlo rendendolo resiliente agli eventi globali, ci permette di dare un segnale etico forte che aumenta la fiducia sia del nostro pubblico interno, sia di quello esterno;
Impatto verso gli stakeholder: riteniamo che la gestione continua della knowledge base permetterà, per esempio, un’assistenza clienti tempestiva, informata e coerente, oltre a consentire un ascolto profondo delle esigenze reali e lo sviluppo di una nativa capacità di adattare prodotti e servizi ai bisogni specifici. La produzione di Phoenix è estremamente custom-fit, pertanto questi elementi diventano un importante volano di miglioramento e crescita. Ancora, i clienti percepiscono maggiore competenza, affidabilità e attenzione, incrementando così la fidelizzazione. Soprattutto, sono consapevoli che in Phoenix la conoscenza, gestita secondo la norma ISO 30401, è al centro della visione aziendale e, pertanto, duratura e resiliente nel tempo. Dall’altro fronte riteniamo che, nei confronti di fornitori e partner, si possa sviluppare una collaborazione più strategica che ci permetta di condividere processi, standard e obiettivi in modo trasparente ed efficace. Vi è infine un ulteriore aspetto estremamente rilevante: nell’ambito della sicurezza, quindi della gestione del rischio, è indubbio che conoscere e condividere know-how critico consente di anticipare problemi e costruire una solidità condivisa.
Vorremmo concludere con uno spunto di visione umanistica: il knowledge management non è soltanto uno strumento tecnico, ma un gesto culturale e politico. È il modo in cui un’azienda riconosce il valore delle sue persone, dei suoi interlocutori, della sua storia e del suo futuro. Vi salutiamo con una similitudine che sintetizza il nostro pensiero: la conoscenza, così come un giardino, richiede cura costante, attenzione ai dettagli e visione d’insieme. Se ben coltivata, può diventare un simbolo identitario potente, riconoscibile e duraturo.
Alla prossima, e ad maiora semper.
Alessandro Ferrari