La direzione dello sviluppo tecnologico era già orientata in modo deciso prima dell’inizio della pandemia, e basi della digitalizzazione dei processi erano già consolidate: manutenzione predittiva, condition monitoring, tracciabilità, sensori intelligenti, big data e digital twin erano temi già ampiamente dibattuti. Le tecnologie portanti per queste applicazioni sono disponibili, gli utilizzatori più accorti hanno già iniziato a sperimentare e utilizzare queste innovazioni. La pandemia ha creato un cuscinetto temporale che ha reso difficili, se non impossibili, i contatti fisici; sono mancati i momenti di confronto rituali, visite, fiere, convegni, sostituiti da una miriade di eventi virtuali che stanno ancora prolificando. La nostra curiosità è capire se nuove tecnologie, perché divulgate in modo massiccio dalle piattaforme digitali, troveranno spazio più velocemente. Altra considerazione importante riguarda il Governo, che deve mantenere forte e costante l’impegno per sostenere l’innovazione del sistema produttivo.
Abbiamo vissuto una situazione difficile ma ora siamo più consapevoli e preparati. Qui da noi in Bergamo e più in generale in Lombardia la situazione è stata davvero complicata, drammatica. Abbiamo pagato un prezzo molto alto e speriamo che nel futuro prossimo la situazione rimanga stabile e sotto controllo. Oggi siamo più consapevoli e preparati, più fiduciosi. Lo siamo ancora di più se pensiamo alla vitalità ed alla creatività che, nonostante tutto, l’imprenditoria bergamasca è riuscita ad esprimere in questo periodo, mettendo a disposizione la propria professionalità e competenza, unendo le forze in un network virtuoso, non solo per rimettere in moto l’economia del territorio ma anche per fornire soluzioni per fronteggiare l’emergenza. Gli imprenditori hanno dimostrato di esserci, di essere pronti ad affrontare la sfida dell’innovazione tecnologica di prodotto e di processo che gioco forza passa attraverso le frontiere digitali e dell’Industria 4.0. Però non possiamo farcela da soli, abbiamo bisogno di un sistema economico intorno fertile che supporti questo percorso, c’è bisogno di infrastrutture, di formazione e alfabetizzazione digitale, di sostegno all’occupazione, coesione sociale e sostegno agli investimenti. La strada è tracciata, occorre che tutti facciano la loro parte.
La pandemia generata da COVID-19 ha costretto il mondo ad adattarsi rapidamente ad una situazione nuova ed imprevedibile, accelerando le tempistiche di transizione al digitale. In Itema, durante i mesi di lockdown, abbiamo mantenuto un contatto costante con i nostri Clienti in tutto il mondo attraverso l’assistenza digitale e online, fornendo linee guida per la manutenzione dei macchinari e tenendo aggiornati i nostri stakeholders sull’attività aziendale, al fine di collaborare e sostenerci a vicenda in questo momento difficile e di progredire ulteriormente verso il nostro obiettivo di essere identificati non solo come produttori di macchine per la tessitura di ultima generazione, ma come fornitori di smart solutions a 360 gradi. Oggi più che mai è chiaro che le aziende devono essere pronte a fornire ai propri Clienti in tutto il mondo un supporto in tempo reale, che sia in grado di trascendere ogni tipo di barriera fisica, ed è proprio su questi strumenti che il mondo digitale ci offre che punteremo come Gruppo Itema nella nostra road map di crescita e sviluppo per il futuro.
L’emergenza COVID, tra i suoi devastanti effetti collaterali, sembra aver generato un’occasione per il nostro Paese e per le sue imprese. I limiti imposti dal rispetto delle normative anti-COVID hanno accelerato il processo di digitalizzazione delle industrie favorendo lo sviluppo di protocolli e di abitudini fondamentali per poter competere sui mercati internazionali. Risultano ancora più fondamentali per le aziende lo sviluppo di piattaforme di design collaborativo (es. PLM), il virtual commissioning, una migliore capacità di raccolta ed elaborazione dati per facilitare i processi di pianificazione, di programmazione e controllo dei flussi di produzione e distribuzione dei prodotti. Per l’Italia, storicamente poco orientata al digitale, questo stato di emergenza ha rappresentato un’occasione per recuperare il tempo perso rispetto ad altri Paesi. Centrale rimane il ruolo delle risorse umane: collaboratori motivati e responsabili sono fondamentali, soprattutto se lavorano in modalità smart working. I manager delle aziende dovranno sapere migliorare le loro capacità di “remote management” dei propri collaboratori. Ci auguriamo che gli incentivi statali per l’Industry 4.0 proseguano anche nei prossimi anni in modo che le aziende, dopo questi mesi di incertezza, possano proseguire a ritmo veloce nei loro programmi di investimento per innovare i propri processi.
S.A.L.F. lavora nel settore farmaceutico e pertanto l’emergenza Covid non ha ostacolato la continuità operativa avendo anzi dovuto far fronte ad un picco di richieste non avendo a disposizione l’intero organico per via delle numerose inevitabili assenze. Per quanto riguarda le prospettive dell’azienda poco o nulla è quindi cambiato rispetto al periodo pre- COVID, tuttavia cercando di ampliare un po’ la visione riteniamo che l’intero sistema produttivo abbia bisogno di importanti sostegni per lo sviluppo o almeno per il recupero della produttività. Il periodo di fermo può essere stata un’occasione di riflessione per le aziende che quindi ora, forse più di prima, possono essere consce dei propri punti di forza e debolezza. Sostegni alle aziende in termini di
competenze e risorse economiche per migliorare automazione, controllo, integrazione con filiere a monte o a valle potrebbero essere gli ambiti in grado di garantire al meglio la ripartenza del sistema produttivo.
L’inattesa trasformazione indotta da Covid19 ha portato un’ulteriore pressione sulle aziende
manifatturiere italiane come SIAD Macchine Impianti, chiamandole all’impresa di rivedere in maniera radicale le modalità di approccio al mondo esterno, nonché i processi e la filiera produttiva interna. Punto di partenza, per questa sfida, è il fatto di creare efficienza e competitività (che sono proprio i cardini della definizione di Industria 4.0) in uno scenario mutato, in cui il distanziamento e la distanza sono i parametri base. Pertanto le tecnologie che hanno subito un’accelerazione
repentina in questa fase sono soprattutto quelle digitali, chiamate a rispondere in sicurezza alle esigenze di cui sopra in uno scenario di grandissima incertezza ed insicurezza. Il primo macro-cambiamento, che ha coinvolto tutto il personale, è stato il ricorso a strumenti di videoconferenza come strumento base per lavorare e comunicare. Questo era un processo iniziato in SIAD Macchine Impianti alcuni anni fa, ma di fatto utilizzato sino al 2019 per le videoconferenze tra le varie sedi aziendali del gruppo nel mondo (Italia, Cina, Russia, Medio Oriente, Brasile). Inoltre è sorta la necessità, prontamente implementata a vari livelli aziendali ma soprattutto in ambito finance, di sviluppare simulazioni, analisi “what/if” e di scenario, necessarie come non mai per decidere come rispondere al permanere di situazioni di grande incertezza nei vari possibili scenari. Queste analisi simulative hanno richiesto il perfezionamento di ambienti di modellazione e simulazione con la disponibilità di dati accurati, per il momento non in tempo reale ma su base di campionamento periodico, così da poter implementare simulazioni con un sufficiente grado di attendibilità. Essendo SIAD Macchine Impianti un’azienda manifatturiera, anche la digitalizzazione del database e degli strumenti di controllo della produzione hanno subito una forte accelerazione nei processi di supply chain. Pur non arrivando ad un vero e proprio “cloud manufacturing”, gli ultimi mesi della vita aziendale hanno visto la diffusione capillare e l’utilizzo sempre più massiccio di sistemi software integrati per la gestione della clientela (CRM), della gestione delle commesse (ERP) e della gestione della documentazione tecnica (KBS). L’ultima area di sviluppo digitale presso SIAD Macchine Impianti è stata quella delle “Remote Operations”, ovvero dell’esecuzione da remoto di attività operative. Questa è stata l’area in cui già in passato si erano offerte soluzioni, ma che in questi ultimi mesi ha avuto una decisa accelerazione di sviluppo per le soluzioni di Advanced Human Machine Interface.
Il coronavirus e le conseguenze che ha avuto e sta ancora oggi avendo a livello mondiale ha cambiato e cambierà moltissime cose. Molti equilibri sono stati stravolti, molte certezze si sono dimostrate non così solide. I danni generati dalla pandemia sono trasversali, coinvolgono tutti e tutto sia a livello personale che, più in generale, a livello economico e sociale. La
pandemia ha rimesso in gioco, pesantemente, la questione dell’innovazione. La prima esigenza è, ancora oggi, quella di trovare un vaccino che in questo momento è l’unica cosa che pare possa fermare l’epidemia. Al primo posto quindi l’innovazione in ambito medico, è
sempre stata importante ma oggi lo è ancora di più ed è necessario renderla più veloce, sistematica, condivisibile ed organizzata a livello planetario. Una sorta di elaborazione distribuita per la ricerca in campo medico. L’obiettivo è evitare di fare attività ridondanti, velocizzare lo sviluppo di una soluzione ed averla condivisa e fruibile in tempo reale da tutti.
Tutto questo è poi applicabile e replicabile a moltissimi altri contesti. Sarebbe interessante sviluppare uno strumento per gestire questa nuova “distributed open innovation” e probabilmente potrebbe diventare una nuova opportunità di business.