Fondata nel 1994 ad Arezzo, Aruba SpA si colloca ai vertici di mercato in Italia nel settore della remotizzazione, archiviazione e gestione dei dati digitali. Vanta attualmente oltre 16 milioni di utenti e partner che consentono al gruppo di collocarsi fra le prime cinque società di hosting in Europa e fra le prime dieci società a livello mondiale. Oltre ai servizi di Web Hosting ed e-mail certificate, Aruba fornisce anche soluzioni di server dedicati, housing, servizi managed e ha una consolidata esperienza nella gestione di Data Center. Dal 2011, Aruba offre servizi Cloud basati su modello IaaS, tramite il marchio Aruba Cloud. Cuore pulsante dell’organizzazione Aruba e della sua offerta è la rete di data center di proprietà operativi in Italia e in Europa, un network infrastrutturale imponente e in costante implementazione. Come tutti i data center di grandi e grandissime dimensioni, le necessità energetiche per il loro funzionamento le pongono tra le strutture più energivore nel campo dei servizi informatici. Risulta quindi particolarmente interessante conoscere le scelte che caratterizzano l’impegno di sostenibilità di un gigante del cloud come Aruba, considerando anche il ruolo perfettamente sinergico fra transizione digitale e transizione ecologica.

“Diciamolo chiaramente – afferma Alessandro Bruschini, Infrastructure Manager di Aruba, – i data center sono strutture energivore e per modificare questa identità saranno necessari interventi radicali e ancora del tempo. Però possiamo agire fin d’ora, e noi di Aruba lo stiamo facendo già da alcuni anni, su fattori collegati altrettanto importanti, tali da rientrare a tutti gli effetti nell’impegno verso una concreta transizione eco-digitale. Come è facile immaginare, queste scelte devono sempre e comunque conciliarsi con la qualità e le condizioni essenziali del nostro servizio all’utenza, caratterizzato da efficienza continuativa, affidabilità totale e prestazioni elevate. L’impegno di Aruba è stato, in sintesi, quello di individuare, perfezionare ed applicare delle soluzioni per mantenere ai massimi livelli il nostro servizio contenendo però i consumi energetici. Prima di considerare in dettaglio alcune di queste scelte, mi permetto di sottolineare un concetto generale che è alla base del nostro lavoro, oltre che importante in ottica eco-digitale: il cloud e la digitalizzazione sono loro stessi parte integrante di uno sviluppo sostenibile dell’IT. Le tecnologie cloud e la digitalizzazione, infatti, partecipano in misura crescente alla riduzione dell’impatto ambientale. Affidare i propri dati a strutture come le nostre permette di ridurre l’impiego di hardware e software che necessitano di materie prime ed energia per essere prodotti e per funzionare. Sappiamo tutti, ritengo, cosa significa mantenere un data center “importante” nella propria realtà aziendale. Preferire il cloud assicura efficienza, risparmio energetico degli apparati e utilizzo responsabile delle risorse naturali. Insomma, noi diciamo che la virtualizzazione è già sostenibilità perché consente una riduzione dell’impiego di server. Questo si traduce in una riduzione delle emissioni.

Passando alle decisioni tecnico operative rispetto alla sostenibilità nei nostri grandi data center, al primo posto per importanza pongo i modi per tenere sotto controllo la temperatura dell’hardware, cioè come ottenere il raffreddamento dell’intero volume delle sale ottimizzando l’energia necessaria per tale risultato. Il sistema di raffreddamento dei rack e quindi dei server e degli altri apparati, nei Data center Aruba avviene grazie ad una accurata compartimentazione dei flussi di aria fredda in ingresso e calda in uscita. Attraverso apposite canalizzazioni di grandi sezioni, l’aria fredda viene immessa direttamente sul lato frontale dei rack, rimanendo separata dal volume della sala dati ma soprattutto dall’aria calda prodotta dai server. In alcuni dei nostri data center è stato applicato il Dynamic free cooling, un sistema che permette di risparmiare energia utilizzando l’aria esterna, opportunamente filtrata, per raffreddare la sala server, quando le condizioni climatiche lo consentono. L’aria calda viene espulsa dall’edificio da grandi ventilatori, serrande elettriche chiudono ed aprono all’occorrenza le aperture. Scambiatori di calore posti sul tetto dell’edificio riducono l’impatto acustico. Altrettanto importante è il raffreddamento geotermico grazie all’acqua di falda, utilizzato nel nostro data center di Ponte san Pietro nelle vicinanze di Bergamo. L’utilizzo dell’acqua di falda come sorgente principale di energia frigorifera permette infatti di ridurre sensibilmente il fabbisogno energetico. Il principale vantaggio è dato dalla variabilità della temperatura dell’acqua che, a livello di falda, generalmente resta bassa tutto l’anno e quindi idonea al raffreddamento delle sale dati. Al termine del processo di raffreddamento e senza subire alcuna alterazione chimica, l’acqua viene immessa nuovamente nella falda di origine, azzerando l’impatto ambientale del processo. L’impianto, completamente ridondato, può ricevere l’apporto parziale o totale da parte dei chiller aria/acqua del circuito di emergenza, in grado di garantire la stessa potenza refrigerante dell’impianto primario. Sul fronte della sostenibilità, ulteriore aspetto caratterizzante dei nostri Data Center è la scelta di produrre direttamente buona parte dell’energia elettrica necessaria per il loro funzionamento. Esempio ideale di questa politica energetica sono gli edifici del Data Center Campus di Ponte San Pietro: i tetti raccolgono energia pulita grazie a pannelli fotovoltaici installati su tutta la superficie utile e meglio esposta alla luce del sole. Inoltre viene prodotta energia pulita grazie ad una centrale idroelettrica sul fiume Brembo, dotata di due turbine a cui se ne aggiungerà a breve una terza. Ricordo che Aruba dispone di ulteriori quattro centrali idroelettriche di proprietà che si trovano rispettivamente in Lombardia, a Melegnano sul fiume Lambro, due in Veneto, a Chiuppano e Calvene (VI) sull’Astico, il quarto in Friuli, a Pontebba (UD) sul Fella. Con le soluzioni tecnologiche ora ricordate abbiamo potuto contenere i consumi energetici, e quindi l’impatto ambientale in misura molto rilevante. Possiamo tranquillamente affermare mediamente oltre il 50% di abbattimento. Ma non ci fermiamo: stiamo valutando la possibilità di utilizzare hardware di nuova generazione che funzioni perfettamente anche in ambienti con temperature più alte di quelle attualmente in essere. Guardando ancora più avanti siamo convinti di aumentare ulteriormente la produzione di energia rinnovabile con l’obiettivo di arrivare a coprire totalmente il fabbisogno dei nostri data center. E poi c’è la ricerca tecnico-scientifica, che non si ferma mai: siamo attentissimi all’evoluzione nel settore energetico e stiamo valutando percorsi evolutivi che ci confermeranno nuovamente all’avanguardia nel nostro settore.